Arrivo a Lucca che da poco sono passate le dieci.
Il Lucca Comics and Games si è concluso da qualche giorno. In città c’è un’atmosfera strana. Quell’atmosfera che si respira quando una festa è finita, quando gli invitati se ne sono andati e non rimane che riordinare la stanza prima di tornare alla “normale” quotidianità.
Sì certo un po’ di malinconia c’è, ma la bellezza dei ricordi e un’adrenalinica gioia prendono il sopravvento.
Svoltato in via della Cavallerizza, vedo Emanuele Vietina. Mi sta aspettando per bere quel caffé che ci eravamo promessi e per chiacchierare su quanto da poco accaduto.
“Finalmente ce l’abbiamo fatta! Allora dimmi com’è andata? Niente numeri, quelli li recupero dai comunicati ufficiali. Voglio sapere quali sono state le tue impressioni, le tue sensazioni.”
“Caro Andrea, buona l’idea del caffè! Ne avevo proprio bisogno. Alla fine di un evento come questo c’è uno strano mix di emozioni. Provi a rimettere insieme i ricordi, sfogli mentalmente quello è successo, provi a mantenere accesa la fiamma della travolgente passione che ti ha travolto. I commenti sono stati tutti positivi. Ciruelo il grande artista argentino della Fantasy lo ha definito anno insuperabile, la Crew di Lucca Games ha mandato in scena il solito inimitabile spettacolo fatto di eventi, incontri, colore, giochi e spettacoli e alla fine la festa è stata completa. Soddisfazione dei fan, degli autori ospiti e delle istituzione… ma anche, ed è fondamentale, dei principali operatori. Ed è stata soddisfazione unanime: da quelli del gioco di società per famiglie come l’Oliphante di Fioretta, alle multinazionali del videogioco sino ai più tradizionali operatori del Gioco di Ruolo. Cito su tutti l’ex editore francese Duccio Vitale, tornato a Lucca come giurato del Premio Best of Show:
“Questa manifestazione a dispetto del mercato italiano, è una delle principali a livello mondiale e europeo. Il suo sapore festivaliero, questa capacità di mixare tecnologia e tradizione, introdurre design, scrittura e spettacolo la rende unica e superiore di gran lunga ai suoi epigoni nel panorama transalpino.”
“Qual è stato il momento, l’incontro che ti ha maggiormente emozionato?”
“Senza dubbio l’arrivo a Lucca Games della leggenda vivente Michael Moorcock. Maestro della Fanatsy mondiale, mito della letteratura anni settanta, musicista… in venti anni in cui seguo la manifestazione, di cui dieci da responsabile non ho mai visto tributare un ingresso del genere a un ospite. Anche le sue particolari condizioni di salute hanno indotto un’attenzione particolare, ma quando l’auto ufficiale l’ha condotto di fronte all’ingresso del padiglione, a cornice gli alberi autunnali tinteggiati d’oro e di rosso, la Crew che si è organizzata e coordinata per agevolare il suo ingresso con un vero picchetto d’onore… quando Linda, sua moglie, ha spinto la carrozzina per farlo entrare, il nostro speaker ha fatto la telecronaca dell’accaduto in filodiffusione nel padiglione per chi non vedeva, e all’annuncio l’esplosione del pubblico. Lo confesso, ho speso la lacrimuccia.”
“Colgo che ancora una volta siete riusciti a migliorarvi. Qual è il segreto, la formula vincente del Lucca Comics and Games?”
“Che c’è un raduno nel raduno, ed è il raduno dei sentimenti e delle anime che compongono lo staff di Lucca Games: quello che è stato ribattezzato l’USS Crew. Questi ragazzi straordinari sanno dare un servizio importante agli operatori, coinvolgere gli ospiti creando uno spettacolo unico, entrare in empatia con i visitatori e gli appassionati perché ne condividono le passioni. Un’atmosfera fatta da ragazzi con un grande cuore, un cuore pronto a battere in sintonia con quello dei fan.”
“Tu Emanuele hai visto nascere e crescere Lucca Comics and Games. Oggi è facile parlarne perché è una realtà consolidata, un modello culturale e sottolineo questo, preso da esempio e replicato in altre città. Ma non è stato sempre così. Quali sono state le difficoltà maggiori che avete dovuto affrontare per dare concretezza a questo progetto?”
“Sicuramente far capire il progetto alla città, lo sbarco tra le Mura storiche di Lucca ha sicuramente aiutato la comunità a capire e a farci stare vicino. Un’altra complessità è sicuramente rappresentata da un arco così ampio di universo. Il TUO Paese delle Meraviglie, fu il payoff di qualche anno fa. E’ vero, ma al tempo stesso non è facile coniugare le necessità di editori spesso distanti, appassionati che hanno approcci e necessità diverse. La risposta? Ascoltare tutti, e poi credere nel progetto, credendo che la convivenza sia la formula giusta. Chi non crede che la convivenza delle passioni è possibile, per parafrasare uno slogan di qualche anno fa, può essere che non trovi posto a Lucca… chi crede che la passione per i sogni valga l’unione troverà la sua casa, ogni autunno tra le Mura rinascimentali della nostra città.”
“Ora invece proviamo a guardare avanti. Non parlo tanto del programma dell’edizione 2010 del Lucca Comics and Games, bensì delle tue idee, dei tuoi sogni, dei tuoi progetti legati all’evoluzione di questo evento. Come vorresti che fosse tra qualche anno?”
“Tra qualche anno è la domanda giusta. Nel breve periodo spero di mantenere quanto promesso e accettare le sfide che Lucca Games ha lanciato in questi anni. Nel futuro c’è l’idea di un nuovo festival che sappia raccogliere quelle energie che non trovano piena realizzazione nella quattro giorni, ma non è detto che questo sogno si realizzi. Però vale la pena sognare in grande… come dice Pietro Marietti, sognare alto costa come sognare basso. E cadendo sognando… non fa male!”
Ci incamminiamo per raggiungere un bar non poco distante da lì. Il passo di Emanuele rivela tutta la stanchezza accumulata nei giorni scorsi, ma allo stesso tempo la sua voce è così viva che fa capire quanta passione c’è dietro a questo grande evento.
“Non c’è niente da fare Emanuele! Te l’avevo già detto al telefono e te lo ripeto oggi davanti a questo caffè. Quando racconti del Lucca Comics and Games, ne parli con un entusiasmo e un trasporto, che non può lasciare indifferenti. Quanta passione c’è in te e nelle persone che si occupano dell’organizzazione di questa manifestazione?”
“Come ti ho già detto, e vale per Lucca Comics come per Lucca Games. Chi lavora a questi progetti lo fa assolutamente per passione, la propria realizzazione e non per assicurarsi un solido futuro. Questo forse va a volte a discapito della nostra forza contrattuale rispetto all’amministrazione, ma sono talmente tanti i sacrifici che si debbono fare per costruire l’evento che non potrebbe essere altrimenti. E questo vale per tutti: dal direttore Renato Genovese, sino al più giovane dei ragazzi di Lucca che collabora nella quattro giorni alle biglietterie come alle porte. E sono più di cinquecento!”
“Ma questo colpo di fulmine non è recente. Se non sbaglio tu hai avuto altre esperienze in passato che ti hanno fatto amare questo ambiente “ludico”. Quali sono state le tue tappe di avvicinamento al Lucca Comics and Games?”
“Sono nato dentro e con la manifestazione. Nasco a Lucca nel 1975, e il Salone dei Comics già si teneva. Per un lucchese come me appassionato di fumetti la manifestazione ti aveva educato e ti chiamava ogni anno. Mi ci portava mia madre da piccolo… e sin dalle medie ho iniziato ad andarci da solo. Poi la passione per i giochi di ruolo e Il Signore degli Anelli, e Lucca Games nata nel 1993! Ero già grandicello, e pian piano cominciai a collaborare, da volontario prima, responsabile di piccole iniziative poi, fino al 2000 quando sono diventato il responsabile del settore. Un sogno che è diventato realtà… per rimanere in tema.”
“Prima di finire, secondo te con tutta la tecnologia che abbiamo a disposizione oggi non c’è il rischio di perdere quella poesia che è legata al fumetto? O ancor peggio non c’è il pericolo che il gioco diventi un momento di isolamento e non d’incontro e di condivisione con gli altri?”
“La tecnologia, ma lo hanno già detto in tanti, non è né buona né cattiva. Il fumetto e il libro non perderanno terreno rispetto alla tecnologia, il gioco tradizionale è più a rischio. Ma la sua forza socializzante deve essere il perno per il rilancio e non il sacro sepolcro da proteggere. Ed è sulla scorta di queste valutazioni su cui noi costruiamo le nostre iniziative… come quella dei Tre Moschettieri dell’Arte Fantasy Italiana. Tre splendidi ragazzi italiani che illustrano i giochi di World of Warcraft e sono il vero anello di congiunzione tra i due mondi: giochi di carte e videogiochi. E’ con questi progetti, sotto l’egida dell’arte, delle perfomance e della cultura che si possono fa convivere le passioni. Ma c’è da temere un nemico… alcune cattive pratiche e cattivi costumi, da cui le major aziendali che curano il videogioco sono ahimè afflitte. Eventi un po’ marchiani, cafoni e fracassoni. Un leggero cattivo gusto che Lucca, con il successo di Comics & Games, all’insegna di un intrattenimento di qualità non gridato, garbato e sotto l’egida della cultura (anche popolare) dovrebbe aver insegnato. Speriamo che i giovani manager di queste multinazionali provino a ispirarsi alla lezione dell’ultra-quarantennale storia d’amore tra Lucca e l’avventura.”
Intanto il caffè lo abbiamo consumato. La chiacchierata no. Con Emanuele è difficile annoiarsi. E quando terminano le parole… beh, iniziamo a giocare.