La storia è fatta di persone e di personaggi. L’incontro che vi sto per raccontare oggi rientra a tutti gli effetti nella prima categoria. E’ l’incontro con un essere reale. Un uomo costituito da interessi, passioni e pronto al confronto. Un uomo che ha una sua personalità. Pregi e difetti compresi. Un uomo che non ha bisogno di stereotipi e di modelli. Questa è la storia di un uomo libero.
E’ libero perché non ha bisogno di fingere. Non ha bisogno di filtri per modificare l’intensità della sua anima. Non potrebbe fare la pubblicità per nessun brand. Lui è testimonial di se stesso. Lui è Barnaba Ungaro.
Per capire tutto ciò non ci vuole molto. Basta vederlo arrivare all’incontro. In sella alla sua graziella, in pantaloncino corto e t-shirt, ma soprattutto con un grande sorriso.
Sono le undici qui al Lido di Venezia e nella frenesia dei giorni della Mostra del Cinema, troviamo un angolo di tranquillità per bere un caffè e chiacchierare un po’ insieme.
E’ strano intervistare un giornalista. Ho sempre paura di essere un po’ sotto esame. Ma con Barnaba non c’è questo pericolo. E’ proprio lui a togliermi da ogni eventuale situazione di disagio, complimentandosi per il lavoro che sto facendo con Il Mecenate d’Anime.
“Tra le ultime letture che sto facendo con Carofiglio e Gilberto Squizzato, ho letto anche alcune delle interviste che hai realizzato e devo dire che riesci a cogliere l’essenza delle persone che incontri” – mi dice prima di parlare delle sue passioni. Passioni nelle quali rientra a pieno titolo la lettura. “Per me leggere ha un suo preciso momento. Leggere è prima di andare a letto, ma non per addormentarmi, ma per viaggiare con la testa. Pensare. Analizzare”.
Ed è proprio per questa funzione che innesca piacevolmente il pensiero, che Barnaba ama anche il mare. “Un elemento naturale che trasmette tranquillità e permette di pensare” – così lo descrive passando la mano nell’aria a riprodurre il movimento delle onde.
A far da collante a tutto ciò c’è lo sport. Che non è solo una passione, ma anche (e felicemente, ndr) il suo lavoro. E’ a partire dal terzo anno di Liceo Classico che Barnaba Ungaro inizia a scrivere di sport. E’ il 1987 quando escono i suoi primi articoli su Il Gazzettino dedicati alle partite di calcio a livello dilettantistico. Mi racconta di ciò con l’entusiasmo di un bambino che descrive i regali ricevuti al compleanno. Ma questo è solo l’inizio.
Dal calcio si sposta poi al pattinaggio. Realizza dei servizi per la trasmissione “Roller Time”, prodotta dalla Federazione Italiana di Pattinaggio. In un certo qual senso questa rappresenterà la svolta per Barnaba. Proprio per la passione con la quale porta avanti il suo lavoro, la Federazione di Pattinaggio gli offre la possibilità di diventare responsabile dell’ufficio stampa.
E’ il 1995 e per Barnaba inizia una grande avventura. Un’avventura che lo porta a girare per il mondo, ma non solo. In questa sua nuova veste lavorativa ha un primo contatto con la RAI. Concorda con loro le migliori manifestazioni di pattinaggio da inserire nel palinsesto televisivo. Organizza le riprese televisive. Diventa pure Responsabile della Lega Nazionale di Hockey. E’ il commentatore tecnico di questi eventi sportivi. Nonché cura i contatti con tutte le testate giornalistiche.
In quegli anni Barnaba vive a Roma, ma a metà del 2005, complice da un lato la crisi del CONI che non gli può garantire una continuità lavorativa, e dall’altro la nostalgia per il mare, Barnaba torna a Venezia.
Ma il bello deve ancora arrivare, grazie al mezzo di comunicazione che Barnaba predilige: la radio. Questo sempre perché in radio non c’è bisogno di apparire. In radio è necessario avere qualcosa da dire e saperlo raccontare. Ed è Radio Rai, nelle vesti di Marco Martegani ad offrire a Barnaba questa opportunità. La trasmissione è “Poveri ma belli” e per due anni e mezzo, ogni sabato pomeriggio la voce di Barnaba Ungaro fuoriesce dalle onde medie di questa emittente radiofonica: un collegamento di cinque minuti dedicato agli sport minori.
L’unione Barnaba Ungaro, sport e radio diventa sempre più forte, tanto che a marzo del 2007 ritorna a Roma con Radio Rai: ancora Marco Martegani gli affida un’intera trasmissione sportiva, “Zona Cesarini”, in onda dal lunedì al giovedì dalle 21 alle 23. Il riconoscimento della sua professionalità.
Ma la mancanza di Venezia torna a farsi sentire e nel giugno dell’anno successivo, Barnaba torna in laguna per lavorare al Tg Regionale Veneto della RAI. Qui inizia ad occuparsi non solo di sport, ma anche di tutto il resto. Ricomincia da zero, ma con il suo animo sportivo accetta con entusiasmo la nuova sfida. Sfida che lo porta anche alla conduzione di “Buongiorno Regione”.
Quest’estate mi confida però che ha realizzato un altro sogno. E’ stato un mese e mezzo a Milano per collaborare con RaiSport. Chissà se il dna sportivo di Barnaba lo porterà a seguire ciò che naturalmente ama.
Intanto abbiamo finito di sorseggiare il caffè insieme. Lui riprende la sua graziella e riparte, non prima di avermi regalato ancora una volta un suo sorriso. Il sorriso di una persona.