Quando rivolge la webcam verso la finestra vengo travolto immediatamente dallo spirito natalizio. Non ci sono luminarie. Nemmeno il via vai compulsivo di persone alla ricerca di regali. C’è molto di più o forse molto di meno. Già perché c’è l’essenza di un perfetto paesaggio invernale. Neve, montagne e alberi. Niente più.
Sospendiamo pure per qualche istante la nostra conversazione. La mancanza di rumori innalza il suono del silenzio. Un silenzio naturale che calza perfettamente con le immagini. Tutto rallenta. Pure il respiro assume una cadenza rilassata e serena.
Ci troviamo a Tanndalen, a quasi seicento chilometri dalla capitale Stoccolma, a pochi chilometri dal confine norvegese e a più di 2.500 chilometri dall’Italia.
Per la precisione non siamo in un luogo qualsiasi della cittadina svedese. Siamo, seppur virtualmente, nell’appartamento di Luisa Trojanis.
Nonostante i capelli biondi e gli occhi chiari, non è un’indigena del posto. Lei è una toscanaccia doc. Ma che ci fa allora una ragazza della Val d’Orcia in un luogo così geneticamente diverso dalle sue origini? Vacanza! O per meglio dire organizza la vacanza a tutti coloro che vogliono un’esperienza nordica non indifferente.
La storia di Luisa è emblematica per capire quante risorse umane vengono sprecate in Italia. Fino ad oggi avevo affrontato il tema solo da un punto di vista di universitari, ricercatori o giovani imprenditori legati al mondo dell’high-tech. L’incontro con Luisa mi ha permesso di allargare, purtroppo, ulteriormente il campo.
“… non mi sentivo gratificata in Italia… facevo un lavoro che mi piaceva… il tour operator nelle mie terre, però mi scontravo sistematicamente con la chiusura burocratica e culturale del nostro Paese…” con queste parole mi spiega qual è stata la molla, l’elemento scatenante della sua fuga verso il profondo Nord.
E poi con la sua voce dolcemente graffiante continua “… la mia intenzione era quella di aprire un’agenzia tutta mia in Italia, ma da una lato un fisco opprimente dove devi pagare anche quando non guadagni e dei meccanismi ottusi da parte di chi dovrebbe agevolare la messa in pratica di idee… e se in tutto ciò mettiamo la mancanza di una leale/reale concorrenza che dovrebbe premiare il migliore… la mia scelta drastica è stata quasi necessaria”.
Nelle parole di Luisa Trojanis comunque non c’è rabbia o voglia di rivalsa. C’è molta consapevolezza e lucidità critica però. Come altri incontri fatti in passato alla base di tutto comunque c’è una passione – “… sono all’inseguimento di un sogno e questo mi permette di superare certi ostacoli che vorrebbero le persone insoddisfatte… non è semplice come potrebbe apparire… magari quando esprimi il tuo disappunto su come certe cose non funzionino, le persone ti dicono eh vai all’estero che ci vuole… ”.
Già che ci vuole. E’ che nel fare determinate scelte occorre innanzitutto una buona dose di spirito d’intraprendenza. Poi essere curiosi. Essere affamati di conoscere cose nuove. Ed infine rischiare. Quel pizzico d’incoscienza che ti permetta di superare paure profonde.
“Quando sono arrivata qui nel 2004, non avevo un business plan dettagliato o una strategia commerciale perfettamente pianificata… sono quasi capitata per caso in questo posto… ero in vacanza… però ho capito che era giunto il momento di darsi da fare, di smettere di lamentarsi che le cose non funzionano… era giunto il momento di agire”.
Mentre Luisa parla però penso se quei luoghi, seppur magici, in qualche modo non le creassero anche un senso di solitudine. Fare determinate scelte in alcuni casi è più semplice in presenza di amici, parenti o comunque altre persone che ti possono stare vicino – “… io ho bisogno della dimensione dello spazio aperto, questa mi da un senso di libertà impagabile… ho una base solida data dal fare un lavoro che mi piace… ed infine comunque solitudine e malinconia non li vedo elementi di per sé negativi… anzi sono due componenti cari a me… si tratta solo di viverli con il giusto approccio”.
Nonostante vivi in un luogo così wild, Luisa non è certo solo questo. Lei stessa mi confida che comunque quando ha voglia le piace fare vita mondana. Allo stesso tempo ama anche il caldo, il sole, il mare. L’importante è che possa scegliere. Scegliere liberamente.
Per Luisa è stato molto importante lavorare anche con persone straniere. In particolar modo avendo lavorato molto con inglesi – “… è un trampolino di lancio, se soddisfi loro è una garanzia per tutti gli altri ospiti…” – ha imparato cosa vuol dire anche la disciplina e la precisione in un lavoro dove la finalità è quella di portare contentezza alle persone.
Poi mi parla di alcuni aneddoti che le sono accaduti. Il primo tanto per rimanere in tema natalizio è quando si è ritrovata ad intervistare le renne di Babbo Natale – “… sì ti giuro ho visto questo signore vestito da Babbo Natale sulla sua slitta… ho cercato di avvicinarlo per fare due chiacchiere con lui… allorché raggiunto di lui non c’erano tracce, nel compenso ho trovato delle renne disponibili a sopportare le mie domande impossibili…”. L’accaduto è anche certificato da un video, visto che Luisa Trojanis utilizza spesso il suo canale su Youtube per pubblicare filmati della sua vita nordica.
La seconda storia riguarda un ragazzo che aveva organizzato con lei la vacanza – “… vado a sciare da solo, mi ha detto ad un certo punto della serata… io un po’ perplessa l’ho lasciato andare… dopo poco mi è ritornato tutto affannato gridando ‘i lupi i lupi’… incuriosita e perplessa per quanto accaduto sono uscita insieme a un mio collega per verificare la cosa… praticamente mi sono ritrovata di fronte ad un branco di daini impauriti dalla visione che avevano appena avuto… praticamente era stato il nostro ospite con la sua tuta rossa sgargiante e le strisce fosforescenti a spaventarle”.
Capisco anche da questi racconti, dal suo modo di porsi, dal tono delle sue parole quanto Luisa in questo momento della sua vita sia felice. Sicuramente il suo sogno non si è ancora completamente realizzato. Però solo il fatto di essere riuscita a fare un primo passo importante nella sua giusta direzione, le dona una serenità contagiosa.
“… sai un giorno mi piacerebbe fare anche il contrario… cioè portare i norvegesi a visitare l’Italia e non solo… magari trovare degli altri luoghi magici come questo dove accompagnare i miei ospiti” mi dice in ottica buoni propositi per il nuovo anno.
Prima di lasciare Luisa mi permetto di chiederle qual è la domanda che non vorrebbe sentirsi rivolgere da chi vuole organizzare un viaggio da lei. Qui simpaticamente sorridendo mi risponde “… se qualcuno mi chiede cosa c’è da vedere… io gli rispondo niente!”. Capisco immediatamente la sua provocazione. Un viaggio qui inizia già a partire dall’avere il giusto spirito. Un viaggio alla scoperta del niente è un viaggio alla scoperta di sé stessi.
Bene Luisa Buon Natale. Ohps a proposito. Ma da te… Lui viene direttamente a piedi a consegnarti i regali?