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Un amico condivide un video su un social network. Capita quotidianamente. E’ la forza delle rete. Questa volta però mi soffermo maggiormente sulla visione. Lo guardo una prima volta. Lo riguardo tre, quattro volte. Ha qualcosa di catartico. Nella sua semplicità riesce a rapire vista, udito e anima.
Mi metto in contatto con l’autore Matteo Negrin, musicista e compositore torinese. Ne nasce un interessante dialogo sullo stato di salute della musica e di come si possa innovare in questo settore.“La musica non si ascolta più e basta! Ma si guarda, si legge come un messaggio, ci si pone di fronte come un’opera di videoarte” esordisce Matteo quasi provocatoriamente. E poi continua “catturare l’attenzione di qualcuno è la nuova sfida”.
E di questo, Matteo con il suo progetto di Music Painting ha colpito nel segno. Immagini e musica messe insieme in un’esplosione di vera poesia che sta spopolando sul web. Fare questo richiede certi accorgimenti e come lo stesso Matteo dice “… è necessario recuperare il modello di storytelling che tanto per darti un’idea era presente nei vecchi caroselli in bianco e nero… solo così si ribalta la situazione, i social network promuovono l’idea, che non è solo bella e ben fatta, ma deve mettere in atto un processo virtuoso”.
Un nodo focale. Nella musica, come nella comunicazione in generale, è drasticamente cambiato il modo di veicolare il proprio lavoro. Si è spostato tutto sulla rete. Capirne le potenzialità e le dinamiche, significa vedere Internet non più come “il mostro” che ha annientato il mercato discografico, ma come il più grande alleato per migliorare il proprio lavoro.
“Ho il privilegio, avendo lavorato diversi anni per il teatro e per il cinema, che ho sempre pensato alla musica introdotta in un altro schema”, poi sorridendo Matteo mi lancia un’altra provocazione. “Quest’anno ho pubblicato il mio ultimo CD… perché non ha più ragione d’essere. La vera sfida sarà quella di lavorare su un orizzonte multitematico. In un momento storico dove si parla di musica liquida, priva di ogni supporto, vengono meno anche gli obblighi, imposti dalle case discografiche, di produrre album dove spesso e volentieri ci sono solo due o tre canzoni degne di merito. Credo proprio che la rete salverà la musica”.
In questa visione salvifica di Matteo, cerco di capire anche com’è possibile superare quelle problematiche oggettive legate al download “selvaggio” che calpesta comunque i diritti e il lavoro che c’è dietro ad un’opera musicale.
“Una regolamentazione della rete è necessaria ai fini della tutela del copyright… tutti siamo stati contagiati da questa forma di bulimia da possesso di musica… forse perché è gratis, forse perché prima si pagava molto, troppo… quindi ci ritroviamo con hard disk pieni di file musicali, che poi quasi mai vengono ascoltati… però credo che la vera innovazione sarà quella di mettere a disposizione dei privati i concept realizzati… insomma si dovrà ritornare ad una nuova forma di mecenatismo, dove il musicista trova nel privato i finanziamenti per produrre il proprio lavoro… questo lo dico anche con beneficio d’inventario, visto che essendomi trovato a scrivere opere per il Teatro Stabile di Torino… conosco bene la questione dei fondi pubblici e dei tagli che sono stati apportati”.
Con Matteo Negrin affronto anche un altro tema sempre comunque collegato a questo discorso. Si tratta delle opportunità che ha un musicista oggi in Italia di promuovere il proprio lavoro.
“Occorre puntare sulla semplicità, che non deve significare banalità. Lasciamo perdere i talent show… creano solo artisti pop a scadenza, nel senso che vanno bene per una stagione o due, finché comunque non arriva il vincitore della nuova edizione… dovremo investire sulla qualità e sulle idee, cercare d’invertire la tendenza, invece di comprare format e prodotti pre-confezionati, capire quali sono le nostre peculiarità e potenzialità”.
Sarà che è da poco padre per la seconda volta, ma Matteo Negrin da decisamente una carica positiva nell’esporre le proprie idee di cambiamento legate ad un settore culturale fondamentale, come quello della musica.
Prima di concludere sorridendo mi dice: “E’ fondamentale trasmettere il messaggio che dobbiamo promuovere le nostre idee… non fermarsi di fronte a fantomatici ostacoli. Sai qual è stato il costo per la produzione del video di Music Painting? Pennarelli e carta! … mai fermarsi quando si ritiene di avere una buona idea tra le mani, mai”.