Ascolta la storia
Scarica la storia (mp3)
Ci saremo incontrati tre volte. Ora ripensandoci, in tre momenti ben precisi della sua vita. Professionalmente lo conoscevo abbastanza. Personalmente sentivo di conoscerlo ancora di più.
Di più rispetto alle occasioni di parlare di aspetti extralavorativi. Era come se certe cose non dette, fossero emerse ugualmente dalla sua persona. Sicuramente alla base una buona dose di empatia, ma non solo. Il suo modo di fare, la sua modalità nell’esprimersi, lasciavano trapelare quanto entusiasmo e determinazione, ci fossero in lui nel perseguire i propri progetti.
All’inizio del nuovo anno ci sentiamo. Tra le varie novità che ci raccontiamo, mi fa intendere che dietro a quelle mie positive impressioni, ci fosse qualcosa di concretamente provabile.
“… non ti ho mai detto che anch’io ho una passione per la scrittura? Sai da poco ho pubblicato un libro che racconta un po’ le mie vicissitudini lavorative e di vita di questi ultimi anni” quasi sottovoce mi dice Matteo Girardi.
Recupero il libro. Leggo. Sorrido. Non c’è niente da fare l’istinto mi aveva ben indirizzato. Su quelle pagine trovo tutte quelle parole non dette. Trovo conferme e qualche piacevole sorpresa.
La storia di Matteo forse è simile a quella di tanti altri. Forse no. Sta di fatto che questo ragazzo di Bologna dal lavoro precario, si ritrova (e non per caso) nel pieno vortice della new economy. Si ritrova a lavorare per realtà legate al mondo Internet e delle nuove frontiere della comunicazione, proprio nei momenti topici. Da Yahoo! a FaceBook, passando per MySpace. Nomi noti ai più ora. Vere sfide nel momento in cui Matteo si è ritrovato a farne parte.
Nel libro di Matteo c’è un altro elemento caratterizzante e lo si può capire dal titolo: Social Network – una serie di incredibili (in)successi. Già perché se lo scenario lavorativo è stato inquadrato, manca ancora di capire la modalità con la quale Matteo lo ha affrontato.
E’ proprio su questo aspetto che ho ottenuto le risposte che apparentemente mi mancavano. In queste pagine ho ritrovato quella determinazione che Matteo mi aveva sempre ispirato.
Non voglio soffermarmi sui singoli episodi del libro. Meritano di essere letti. Vissuti ed immaginati. Anche perché Matteo è riuscito a mettere su carta, in modo semplice ed avvincente la sua storia. Mentre vorrei ripercorrere i motivi che fanno questa storia interessante e mi permetto di dire anche da prendere ad esempio.
Questo perché Matteo è riuscito ad andare oltre. Oltre ad un sistema scolastico che lo voleva mediocre. Oltre ad un primo impiego che ne voleva soffocare il talento. Oltre alle barriere linguistiche. Oltre soprattutto alle paure, che tutti abbiamo, quando dobbiamo fare delle scelte, quando capiamo quale sarebbe la nostra strada, ma non abbiamo sufficienti forze e coraggio per intraprenderla.
E’ un po’ il tema ricorrenti dei sogni che ritorna. Sogni concreti, realizzabili, ma che abdichiamo perché altri ci dicono non adatti a noi, oppure perché noi stessi non ci crediamo abbastanza.
Certo il cammino di Matteo non è stato semplice. Lui stesso mette in discussione quello che gli è capitato. Successi ed insuccessi. E’ in questo binomio che si possono inquadrare i suoi accadimenti. Però Matteo ha sempre reagito alle delusioni, con la sua caparbietà, con la convinzione che nonostante tutto bisogna andare avanti. Rimboccarsi le maniche e continuare.
La storia di Matteo è una storia di speranza e allo stesso tempo una storia che fa capire che certe volte non si deve dare eccessivo peso agli errori. Anzi proprio da questi, proprio dalle situazioni che sembrano essersi rovinosamente compromesse, si deve ripartire.
Se Matteo avesse aspettato, non avesse osato, sicuramente avrebbe qualche ferita in meno. E’ più facile assistere. Rimanere con la flebile gioia dell’attesa. Ma è agendo che Matteo ha ottenuto le più grandi soddisfazioni. Non è riuscito a realizzare tutto ciò che voleva. Ma poco importa. Nel frattempo in questo suo cammino si sono verificate altre occasioni.
Nel libro di Matteo ogni capitolo è aperto da una citazione. Sono tutte perfette per il momento che si appresta a raccontare. C’è né una in particolar modo che è esplicativa del suo approccio alle cose. Non per niente, infatti, si trova ancor prima della prefazione. Si tratta di una citazione di Winston Churchill che fa così “Il successo è l’abilità di passare da un fallimento all’altro senza perdere l’entusiasmo”.
Ecco la parola magica. Entusiasmo. E quand’è che una persona è entusiasta? Quando fa ciò che ama. Ciò che sente proprio.
Mi sa che con Matteo dovrò scambiare altre quattro chiacchiere. Questa cosa dell’entusiasmo ci accomuna troppo. Chissà magari tra le varie idee e progetti potremo fare qualcosa insieme. Potrebbe essere anche qualcosa di esplosivo, vista la carica di adrenalina di entrambi.
La considerazione che ho fatto dopo aver terminato il libro è che Matteo non si è mai fermato di scrivere. Ancora una volta ho una sensazione. Ho la sensazione che quotidianamente scriva un nuovo capitolo della sua vita. Non su carta, ma attraverso le sue azioni.
Bravo Matteo, continua così!