Ascolta la storia
Scarica la storia (mp3)
Era bambino quando si appoggiava a quella vetrata. Lasciava le impronte dei suoi piccoli polpastrelli. Da lì guardava fuori cosa succedeva. Il traffico della statale. Le auto che facevano manovra. Quelle che sostavano davanti a lui per entrare nel suo negozio. In quel luogo aveva passato la sua infanzia. La sua adolescenza e la sua maturità. Ora da lì ripartiva. Per costruire il futuro.
Siamo a Cerea, a trenta chilometri a sud di Verona, in quel che era e dovrebbe tuttora essere il distretto del Mobile d’Arte in Italia. Gianfranco Guarise è colui che dopo essere cresciuto respirando la tradizione di un antico mestiere, cerca di capire come si possa non farlo scomparire. Alla guida di una mostra espositiva e di un laboratorio artigianale protagonisti della storia di questo distretto, Gianfranco s’interroga su uno scenario di sviluppo caratterizzato da notevoli incertezze.
La storia di Gianfranco è piuttosto singolare. E’ la storia di una passione ereditata. Di un lavoro non casuale. Di una mansione fortemente scelta. Poco è stato lasciato al caso. Niente alla fortuna. Impegno, sacrificio e dedizione i capisaldi. Nemmeno l’Università lo ha strappato a ciò che più che un senso di dovere, era un senso di vita per lui. Dopo una settimana di studi, tornava a casa e l’intero week end lo dedicava a lavorare nella “mostra”. E terminati gli studi, ha fatto una scelta emblematica, far sì che quanto appreso come studente di architettura fosse messo a disposizione per la crescita della sua azienda artigianale. Eccolo lì, l’architetto artigiano che applica il suo sapere al suo amato mondo. Cuore e intelletto messi insieme. La bilancia dei suoi valori.
Ma non è tutto. Gianfranco Guarise capisce che è il momento di provare anche nuove strade. E’ così che affianca all’arredo privato il potenziamento di ciò che prima veniva fatto in maniera più contenuta: il contract alberghiero. Nuovi mercati, nuovi modi di lavorare, ma sempre quella attenzione ad un lavoro artigianale, discriminante per una qualità di risultati. Il successo non tarda ad arrivare. Il biglietto da visita di quanto realizzato nelle prime strutture ricettive, innesca un meccanismo di virtuoso passaparola. Arrivano nuovi incarichi. Si realizzano nuovi arredi.
Però le contingenze economiche generali rallentano il cammino di un giovane imprenditore ispirato. Un lento declino di ciò che doveva essere il volano di un’italica economia, rappresentata da distretti d’eccellenza come questo, paventano preoccupanti nubi nere sul futuro di chi ci lavora. Chiusura di laboratori. Serrande nei punti vendita. Dismissione di un sapere. Impossibile risalire a tutte le cause. Oltre alla crisi, ci sono implicazioni diverse. Cambiamenti di gusto nei consumatori. Mancata opportunità di fare rete tra le singole realtà produttive. Cambi generazionali all’interno delle aziende non sempre andati a buon fine. Ma poco importa. Ora è necessario guardare avanti. Rilanciare un settore. Tramandare una tradizione.
Mentre Gianfranco ne parla, dai suoi occhi s’intravede il dispiacere e il malessere per quanto sta accadendo. Ma allo stesso tempo è ancora ben accesa la speranza e la passione. La soluzione non sarà facile da trovare, ma Gianfranco ci proverà. Si rimetterà in gioco ancora una volta per inseguire qualcosa che è molto di più di un lavoro. Ancora una volta sarà in grado di dare sostanza alle sue idee. Concretezza ai suoi sogni.
Prima di lasciarci mi accompagna alla porta della sua mostra di via Calcara numero 1. Scendo dai gradini per raggiungere la mia auto. Nel mentre di salire un ultimo sguardo. Gianfranco Guarise è ancora la, quasi appoggiato alla vetrata del suo negozio come faceva da bambino. Come allora vedo un sorriso. Capisco che ce la farà.
Avanti tutta architetto artigiano.