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Le mani impugnano il volante. Lo sguardo è fisso sulla strada. L’autoradio suona e i pensieri volano. Fermo ad uno stop strade s’incrociano. Destini pure e la luce del crepuscolo sale. Intanto il paesaggio là fuori cambia. Cambia per chi è in grado di vedere. Cambia per chi è in grado di sentire. È così che accosta la macchina, impugna la sua medio formato ed inizia il suo dialogo.
A fare tutto ciò è Giovanni Pasinato, una laurea in legge alle spalle, una carriera da legale rifiutata e centomila chilometri all’anno di strade attraversate. Rappresentante per differenti categorie merceologiche, le sue dieci ore di vita quotidiane le trascorre in auto, tra le terre dell’Emilia e quelle marchigiane.
Ma Giovanni non è solo nei suoi viaggi. Non lo è mai stato. Fin da quando veniva scorazzato dai genitori, la sua fedele compagna di viaggio è stata la sua macchina fotografica.
Fotografa Giovanni. Fotografa per immortalare. Fotografa per condividere. Fotografa per capire. È una passione quella sua, ma è pure un innato talento. Dai suoi primi viaggi riceve il plauso dagli amici per quello che riesce a trasferire con quelle sue istantanee. Non sono semplici convenevoli. Sono sinceri ringraziamenti per ciò che riesce a fare.
Inizia a crederci Giovanni. In lui sale la consapevolezza che è questo il suo percorso. Inizia a studiare fotografia. Fa corsi di approfondimento. Affina la tecnica. Preserva la sua spontaneità. Giovanni diventa autore. Autore di emozioni trasferite attraverso l’immagine fotografica.
Tutto questo bagaglio Giovanni lo trasferisce nei suoi spostamenti. I luoghi, i paesi, le terre di provincia attraversate durante il suo lavoro diventano tutte potenziali scenari di un progetto, dove lo stimolo principale sembra essere quello “di chiedersi dove siamo e cosa stiamo facendo”.
Ogni pausa, ogni punto che unisce un incontro da quello successivo sono occasioni uniche per dialogare con ciò che sta intorno a Giovanni. Un dialogo quello di Giovanni “tra le apparenze e i simulacri”, intriso di quella malinconia umana che non necessariamente è elemento di uno stato d’animo negativo. Anzi è la naturale grammatica di Giovanni per entrare in confidenza con il suo paesaggio circostante e il suo paesaggio interiore.
Il lavoro di due anni di scatti si materializza in sessanta stampe. È un altro Giovanni, Giovanni Umicini ad affiancarlo in questa delicata fase conclusiva di stampa fotografica. Il risultato è straordinario. Quel bianco e nero su negativo 6×9 stampato a mano in laboratorio è la perfetta tecnica interpretativa della fotografia di Giovanni Pasinato. Il suo progetto diventa una mostra. Le sue fotografie opere condivise con un pubblico.
Da qualche giorno Giovanni ha intrapreso un nuovo lavoro. Fa l’agente assicurativo. Continuerà a viaggiare. Forse di più. Forse di meno. Con sé comunque ha sempre “un registratore fotografico”, perché comunque Giovanni rimane fotografo o ancora meglio, Giovanni Pasinato è autore fotografico.