In viaggio con Riccardo Luna

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È da quando siamo partiti da Roma che lo sto osservando. Non ha mai alzato lo sguardo da quel portatile. Solo in un paio di occasioni le sue dita hanno fatto sosta su quei tasti. La prima per agevolare la sistemazione del bagaglio da parte di un turista. La seconda, quando un raggio di sole atterrato sul monitor gli impediva di vedere cosa stava componendo. Perché si trattava di un componimento. Lo si capiva bene questo. Dai sorrisi che ogni tanto gli sfuggivano. Dai sospiri che andavano a scandire uno stato d’animo sereno e compiaciuto. Intanto il Frecciarossa continuava la sua risalita dell’Italia e con sé portava sicuramente anche i pensieri di quell’uomo in azione.

Mentre tutto ciò accadeva ripercorrevo il momento in cui avevo sentito parlare di lui. Inizi 2009 e dispacci di agenzia davano l’annuncio dello sbarco della versione italiana di Wired, citando proprio lui come fondatore e direttore: Riccardo Luna. Non mi diceva molto quel nome. Come poche erano le aspettative per una rivista, la cui prima versione originale americana conoscevo molto bene. Partivo prevenuto – “ecco faranno la solita rivista patinata, snaturando l’anima di questa bibbia dell’innovazione”, commentavo tra me e me. Mi ricredetti subito. Vedendo la copertina, dove troneggiava Rita Levi Montalcini. Leggendo il suo editoriale. Studiando i diversi articoli presenti. Da allora lui era per me il Direttore. Lo sarebbe sempre stato, come nel gergo calcistico esiste solo ed un unico capitano.

Quanta strada da quel momento. A sua insaputa insieme. Perché allo scandire di ogni nuovo mese l’uscita di un nuovo numero di Wired rappresentava un viaggio. “Storie, idee e persone che cambiano il mondo”. Quella frase ben impressa sulla parte superiore della copertina era una vera e propria dichiarazione d’intenti. Erano le destinazioni che si sarebbero potute raggiungere sfogliando quelle pagine.

La sua energia, il suo entusiasmo, la sua curiosità condivisa poi ebbero modo di esprimersi anche in altre forme. Il suo blog su Il Post. La direzione del magazine online “che futuro! Il lunario dell’innovazione”. Il coordinamento di italia2013.me e la guida di StartupItalia!. Modalità diverse dove la sua capacità divulgativa sul tema innovazione trovava naturale sfogo.

Riccardo Luna, fondatore e primo direttore di Wired Italia

Per un attimo torno a guardarlo. Lo faccio rapidamente. Un po’ per non apparire invadente. Un po’ nella purezza del pensiero che quel mio avvistamento rubato possa disturbare il suo processo creativo. Fortunatamente così non è. Continuano a volare le sue mani su quel computer. Tornano a volare anche i miei ricordi. Riposiziono il viso nella traiettoria del paesaggio in movimento fuori dal finestrino. In quel sovrapporsi di luoghi differenti, ripenso anche le dirette streaming delle conferenze di cui lui è stato curatore nonché conduttore. Happy Birthday Web, Makers, iSchool e il Next della Repubblica delle Idee. Lui era lo straordinario padrone di casa di ospiti le cui storie erano simbolo di trasparenza, partecipazione e collaborazione. Erano storie che tracciavano un cambiamento. Un cambiamento dove l’interruttore andava sotto il nome di innovazione.

Proprio mentre mi soffermo su questo termine, vengo riportato alla realtà da un interrogativo postomi. “Cosa ne pensi se lo intitolassi cambiamo tutto?”. A pormi la domanda è proprio lui e aggiunge poi: “Credo di essere ormai giunto alla conclusione di questo libro… è un libro che parla della rivoluzione degli innovatori… quelli che fanno, quelli che hanno già iniziato, quelli che stanno cambiando e cambieranno sempre più le nostra vite… il modo di fare scienza, di condividere la conoscenza, di fa impresa, di creare posti di lavoro, di produrre, di amministrare la cosa pubblica” e conclude: “si vorrei chiamarlo cambiamo tutto… con il punto esclamativo… perché non è una supposizione… è una realtà già in atto”.

Intanto il treno sta per giungere alla Stazione di S. Lucia. Questo viaggio si sta per concludere in una Venezia, città simbolo di un seppur storico cambiamento ai tempi della gloriosa Serenissima.

Non trovo le parole adatte per rispondere affermativamente alla sua domanda, se non un sintetico “mi piace”. Ripresomi da quella inaspettata richiesta aggiungo però: “Ti andrebbe di continuare a parlarmi di questa rivoluzione degli innovatori facendo un pezzo di strada tra calli e campielli?”. E lui sorridendomi mi risponde: “Certo che sì. Andiamo!

Riccardo Luna con Il mecenate d'anime durante l'incontro del 10 maggio 2013 presso l'Auditorium Santa Margherita di Venezia, all'interno della Ca' Foscari Digital Week (ph. by Alfredo Montresor)

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