Ascolta la storia
Scarica la storia (mp3)
Mentre guarda una sua foto da bambino è pervaso da due sensazioni. La prima è quella di desiderio di libertà. Desiderio, di essere liberato da tutto ciò che “gli altri” si aspettano da lui. La seconda è quella di compiacimento, dato dallo scorrere di una bucket list, dove le cose che aveva desiderato fare, le ha effettivamente realizzate. Su quella foto c’è un altro elemento. È una montagna. Fa da sfondo alla sua immagine di ragazzino spensierato. Quella montagna, è oggi un elemento caratterizzante il suo approccio alla vita.
Spesso Il mecenate d’anime, ha raccontato di cambiamento, del significato d’inseguire un proprio sogno, dell’importanza di riappropriarsi della propria esistenza. La storia di Matteo Majer rientra a pieno titolo in questo percorso di ricerca personale.
Matteo, si laurea in psicologia del lavoro in quegli anni dove lo studio abbinato ad esperienze in azienda dava come risultato, un successo professionale assicurato. E così in parte è stato. Il “Dottor” Majer fa le sue prime esperienze come consulente nell’ambito risorse umane, finché come prassi vuole, si confronta dall’interno di un’impresa. A dire il vero più di una ed attraverso questa esperienza come responsabile del personale vive dal di dentro il significato del suo ruolo. Aziende diverse, dinamiche differenti, un’unica costante, Matteo Majer si schiera sempre dalla parte degli onesti, i quali non sempre poi trovavano vita facile in un ambiente relazionale aziendale poco armonico.
Matteo, sempre stimolato dal cambiamento e orientato all’innovazione, decide che è giunta l’ora di continuare con questo lavoro che lo appassiona, ma allo stesso tempo di rallentare i ritmi, per porsi delle domande e soprattutto trovare delle risposte ai motivi del suo passaggio terreno. È così che inizia un percorso professionale e personale che gli permette di raggiungere quel giusto equilibrio tra impegni lavorativi e tempo che dedica a sé. Fa il temporary manager, scegliendo di essere presente in azienda due, tre giorni a settimana. Si dedica alla libera professione, sempre nell’ambito risorse umane, affinando tecniche formative, di valutazione del personale e di ricerca intervento sull’analisi e la gestione dello stress.
E la montagna in tutto ciò? È luogo e simbolo della sua rinascita. Luogo perché ci trascorre quasi cinque mesi all’anno, anche se non in maniera continuativa. Simbolo, perché è la perfetta metafora del suo pensiero esistenziale.
La montagna è preparazione. È allenamento. Ogni giorno devi fare qualcosa che ti permetta di avvicinarti alla realizzazione del tuo sogno. La soddisfazione di una personalità matura deve essere data dall’individuazione di un progetto e dal suo portarlo a compimento. Ragionare per obiettivi. Fare un percorso, dove il sacrificio ne è parte integrante.
La montagna è conoscenza. Conoscenza dell’ambiente nel quale ci si trova, del territorio circostante, in modo tale da poter valutare in maniera puntuale ed efficace gli obiettivi che si vogliono raggiungere.
La montagna è azione. Un’azione finalizzata ad un apprendimento. Un’azione dove si è concentrati su ciò che si fa e allo stesso tempo c’è gioia, divertimento nell’intraprenderla. Un’azione che prevede il sapersi arrangiare, ma anche confrontarsi e condividere con gli altri. Un’azione vista sempre in un’ottica di risultati raggiunti, anche quando si avverte di non essere arrivati alla meta prefissata.
Infine la montagna è essenzialità. Alcune cose sono indispensabili, altre è giusto non averle perché sono solo d’ingombro. Tornare ad un contatto con la natura, allontanandosi dai luoghi comuni. Come dice proprio Matteo “lontano dall’estetica per essere più vicini all’etica”, nella ricerca di una sobrietà che ci distacchi dalla macchina compulsiva dei consumi.È questa la direzione che Matteo ha intrapreso. Una direzione che lo sta portando sempre più vicino alla sua autorealizzazione. Una direzione che Matteo mette a disposizione anche agli altri attraverso il suo lavoro. Un lavoro caratterizzato dalla passione e che vuole essere da supporto a tutti coloro che vogliono progettare il proprio futuro, partendo dal presente. Un cambiamento quello di Matteo che si basa prima di tutto sulla consapevolezza, per poi aiutare nell’individuazione dei personali obiettivi, prima di passare ai piani d’azione.
È una scelta quella fatta da Matteo. Sperimentare e provare su sé stesso per poi essere utile ad altri nella fase di presa delle decisioni. O forse è solo un sogno quello di Matteo. Un sogno tangibile, realizzatosi, una volta che è diventato progetto di vita.
Intanto rimette nel cassetto quella sua foto da bambino. Guarda fuori dalla sua baita arroccata tra le dolomiti bellunesi e poi, sorride. Sta per iniziare un nuovo giorno per Matteo Majer. Una nuova vita.