Ascolta la storia
Scarica la storia (mp3)
Per parlare dell’incontro di oggi con la mente bisogna fare un salto nel tempo. Ci spostiamo per un attimo in una cantina di una casa di quartiere. All’interno ci sono dei ragazzi. Delle chitarre. Una batteria. Le tastiere e un basso. Ma non solo. C’è una musica e le pareti di quello scantinato sono intrise di passione.
In questo scenario dove forse in tanti ci siamo ritrovati, c’è qualcuno che ha avuto la forza e il coraggio di andare avanti. Quell’energia che veniva riprodotta insieme a delle note è ancora presente. La cantina si è trasformata in uno studio. Ma lo stupore e l’amore per la musica è quello di allora. Se possibile forse ancor di più.
L’evoluzione di questa storia ha un nome: Soluzione.
E a parlarcene è Luca Nuzzolo, voce e chitarra di questo gruppo. Musicalmente nato in una Mestre anni ’80, poco più che bimbo con un gruppo chiamato Trans, con un sostanzioso contributo di musica elettronica e agli albori di band come i Bluvertigo, Luca recupera le esperienze sonore passate, portandole ad una attualizzazione musicale con i Soluzione. Una naturale maturazione artistica, visto che Luca oltre che essere autore delle musiche e dei testi, è anche produttore di questo progetto con la sua etichetta Jost in distribuzione Audioglobe e iTunes.
Un progetto che mette insieme tre anime differenti, ma complementari, dal momento che oltre a lui, c’è un batterista che arriva da esperienze legate al metal e un bassista ben conoscitore della musica anni ’70 come Led Zeppelin e Jethro Tull.
Ma torniamo per un attimo all’essenza di questo approccio musicale dei Soluzione. In un Paese come il nostro dove l’arte viene insegnata marginalmente e la musica spesso non ha una sua dignità professionale, Luca e i componenti dei Soluzione, fanno della ricerca nella forma canzone un punto di forza per far emergere ciò che vogliono comunicare.
“Oggi sempre più persone ascoltano distrattamente o non ascoltano affatto la musica, e penso che questo sia dovuto a un’insensibilità crescente verso se stessi che porta per svariate cause a non percepire i segnali che arrivano dall’esterno…”, mi dice Luca, riflettendo sulla situazione del mercato discografico in Italia e sulle difficoltà di produrre e promuovere nuovi dischi, dopo avermi fatto un veloce excursus storico sulla sua carriera artistica “ma posso garantirti che vedere “L’esperienza segna” in cd è una grande emozione. Sappiamo che sarà difficile ma siamo pronti”.
“Per produrre un disco oggi bisogna essere pazzi…[ride] in primis, lo fai perché ti senti di farlo… nel migliore dei modi, senza certezza che a qualcuno arriverà il tuo messaggio…” racconta Luca in un misto di disillusione e volontà di non mollare. “Però lo sai che a qualcuno arriverai…”, sorride. E proprio da questa visione della musica, intesa come possibilità di esprimere idee e sentimenti, nasce l’album L’esperienza segna.
“Il titolo racchiude un po’ tutto il mio percorso legato alla musica… un’esperienza che lascia un segno indelebile… un’esperienza che mi ha permesso di raggiungere una certa maturità artistica (e)o consapevolezza artistica e allo stesso tempo di ritrovare la giusta attenzione verso ciò che sto facendo… E’ un disco che parla di vita e inevitabilmente anche la mia ci è finita dentro” mi dice Luca parlandomi di questo nuovo disco.
“L’esperienza segna è un lavoro attento alla melodia, ricco di citazioni, in un percorso vicino alla canzone d’autore che riprende a volte sonorità del passato importanti nella nostra infanzia, ma non replicandole sterilmente, anzi elaborandole e cercando nuove soluzioni stilistiche. Un disco che ha potuto contare anche su collaborazioni di artisti come Mao, Garbo e i Diaframma…”.
Quello delle collaborazioni è un aspetto importante del lavoro che Luca sta portando avanti con la sua band. Infatti oltre a quelle presenti su L’esperienza segna, ce n’é un’altra con il filosofo Manlio Sgalambro, che porterà alla luce un nuovo progetto entro la fine dell’anno.
Mentre Luca mi parla del disco e dei progetti futuri, c’è un elemento che mi desta interesse, curiosità e compiacimento. Si tratta della purezza con il quale esprime il suo amore disinteressato verso la musica. Qui non ci sono uffici stampa o frasi di circostanza. Ci sono però emozioni. Molte. Emozioni date dalle parole di Luca. Emozioni date dall’ascolto delle canzoni dei Soluzione.
“Molte canzoni del disco sono nate da veri e propri “voli” sullo strumento, mi capita di venire rapito dai suoni e quando mi risveglio da questo piacevole torpore mi ritrovo con l’idea per una nuova canzone… forse nascono proprio così le mie canzoni, da questo dialogo diretto con le note sulle quali poi costruisco castelli di parole…” mi spiega Luca parlandomi del momento più creativo dello sviluppo artistico/musicale.
Poi in un momento di confidenza gli chiedo quale potrebbe essere il complimento che gli piacerebbe ricevere e lui inizialmente ridendo: “Uno sconosciuto che mi ferma e mi dice – ce ne fosse di gente che fa musica così” e poi riprendendo un tono più serio: “A parte le battute, credo che se riuscissimo ad accendere quel contatto emotivo a cui mi riferivo inizialmente, sentendoci dire dalle persone che hanno ascoltato la nostra musica – siete riusciti a trasmetterci delle vere emozioni – questo sarebbe un risultato straordinario…”.
Prima di lasciarci con Luca poi parliamo di aspettative, di desideri. Anche in questo caso la sua verve poetica ha la meglio sul cinismo che ci vorrebbe essere imposto da un certo tipo di comunicazione – [ride] “hai presente quando gratificazione morale e lavoro si fondono insieme? Non sarebbe male lasciare il segno con “l’esperienza segna”… il sogno di ogni musicista [ride ancora], fantasticare per fantasticare, perché no?”
Queste ultime parole di Luca, mi fanno ritornare a quel pensiero iniziale. Un pensiero fatto di un locale, di ragazzi e di strumenti. Un pensiero che mi fa accapponare la pelle ogni volta che ci penso, per la passione che trasmette. Un pensiero che porta proprio là. Dove la musica è musica. Dove la musica è vita.
In bocca al lupo Soluzione.