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Quella notte la terra tremava a Carpi. Era l’inizio. Avrebbe continuato a farlo nei giorni a seguire. Brevi ma interminabili momenti. Sufficienti comunque a rendere straordinario tutto ciò che prima appariva normale nella sua quotidiana ripetizione. In questo staccarsi di calce dai muri e serenità dai cuori, si cercava di ritrovare la normalità di fronte ad una situazione irreale. Quanto accaduto inesorabilmente segnava l’esistenza di chi si era trovato a sua insaputa protagonista.
La fragilità dell’esistenza. La precarietà della vita. Ma c’è qualcos’altro fortunatamente. C’è una spinta. Un risveglio di una consapevolezza. Una nuova lettura del tempo che scorre, dove la passione trova concretezza nel fare e il fare tramuta le idee in opere.
In questo scenario Silvia Spelta timidamente mi si avvicina. E’ La timidezza del non voler recare disturbo, ma che viene superata credendo in ciò che si fa. Come quando si vuole condividere un sogno o semplicemente raccontare una storia accaduta.
Mentre l’udito cattura le sue parole, lo sguardo viene rapito da un oggetto. E’ una borsa che dalla spalla destra le scivola lungo il fianco, quasi ad essere un tutt’uno con il suo corpo. Forse così è. Una sua estensione fisica, ma ancor di più creativa. Ad un certo punto le frasi da lei pronunciate trovano proprio in quella borsa il suo naturale capolinea. Materiali di recupero, originalità e stile. “Io penso alla donna che la indosserà…”. Non deve aggiungere altro, sono già testimone di tutto ciò. Si capisce che come quella borsa ben rappresenta lei, il suo estro, il suo carattere, così deve essere per quelle che realizza per le sue clienti.
Il percorso di Silvia è il percorso di chi comunque si è sempre confrontato con la ricerca di soluzioni creative alle richieste più disparate. Lei è una stilista, che ha fatto della sua interpretazione dello stile una libera professione. Preziosa consulenza che trova poi realizzazione nel campionario di aziende diverse. Oltre a ciò però Silvia ha avvertito una necessità, quella di mettersi alla prova con una propria linea di prodotti. Fuori da logiche di mercato. Lontana da marchi che spesso vorrebbero imporre invece che interpretare i gusti delle persone.
La borsa di una donna è un oggetto di culto per il mondo femminile e di mistero per quello maschile, ignaro e incredulo quest’ultimo per via di tutto ciò che può essere presente e contenuto in essa. Le borse manualmente realizzate da Silvia hanno un ulteriore elemento caratterizzante: la personalità. Una personalità che come per gli individui è diversa l’una dalle altre. In taluni casi risponde alla praticità della sua utilizzatrice, mettendo a disposizione numerose e diversificate tasche. In altri invece è la donna sognatrice che può soddisfare le sue esigenze, con ampie dimensioni e flessibilità in fase di realizzazione. E’ la sensibilità di Silvia comunque a catturare il gusto e i desideri delle sue interlocutrici.
Una Silvia che da animalista convinta utilizza capi usati o pelle scartata per difetti vari per le sue borse in pelle. E’ così che si aggira per i mercatini e i negozi di usato per recuperare ciò che le può essere d’aiuto nelle sue interpretazioni artigianali.
Le parole di Silvia continuano a scorrere, fissandone il pensiero in maniera energica e coerente. Anche le difficoltà di fare qualcosa che la rappresenti, soccombono alla sua irruente creatività.
Al termine dell’incontro nel girarsi per poi allontanarsi scorgo un altro elemento. Complice il raggio di sole fuoriuscito da una nuvola di passaggio, sulla sua borsa prende evidenza un piccolo quadrifoglio con una fogliolina rossa. Anticipa il suo arrivederci con una spiegazione: “… è un logo che ho creato e il rosso rappresenta la passione che metto in ciò che faccio”. Dopodiché ci lasciamo, senza darci un appuntamento, entrambi sicuri però che ci rincontreremo.